I testi e le illustrazioni sono di proprietà degli autori e ne è vietata la riproduzione non autorizzata

Cineasti contemporanei





DARIO ARGENTO, nessun compromesso


"Per quanto mi riguarda, trovo che il thrilling è uno dei modi più selvaggi di fare il cinema, uno dei generi che permettono all'autore di far volare in sala, sulla testa degli spettatori, per molti minuti, grandi vele di irrazionale e di delirio".

È Dario Argento (Italia, 1940), l'unico regista in grado di filmare l'estetica dell'assassinio attraverso il piacere della paura. Senza nessun dubbio è autore estremista ed eccessivo. Sottovalutato dalla critica italiana e venerato da quella straniera, i suoi film o si amano, o si odiano... e senza possibilità di nessun compromesso. Il punto focale dei suoi lavori è rappresentato dal rituale dell'omicidio. L'estetica perfetta e delirante del massacro prevale sempre sulla storia, un archetipo cinematografico inventato da lui. In facoltà di ciò, Argento ha anticipato notevolmente alcune peculiarità del cinema americano d'azione e questo giustifica il successo internazionale di cui gode.

La sua famiglia vive da sempre nel mondo del cinema: padre produttore, nonno distributore di film in Brasile e madre fotografa di attrici famose, tant'é, che il padre Salvatore ha prodotto, insieme al fratello Claudio, i suoi primi otto film, il gusto per l'inquadratura, il trucco e la fotografia invece, le ha apprese con l'esperienza acquisita nello studio della madre. Attraverso loro e al coraggio di svincolarsi da modelli già sperimentati, ne ha inventato uno certamente estremo e delirante, per cui oggi è tra i pochi registi italiani ammirati e idolatrati all'estero. Fuori dal nostro paese gli dedicano continuamente saggi e studi. Al festival di Avoriaz è stato istituito il "Premio Dario Argento"... ed è ancora vivo! Amico di Stephen King, nonché sceneggiatore di pregio, è stato invitato più volte in Giappone dove riscuote un successo entusiasmante. Pur continuando imperterrito a rifiutare, viene periodicamente chiamato alla regia dal cinema americano. Sostiene tenacemente e, naturalmente senza compromessi, l'impossibilità di dirigere film già sceneggiati e a produzione dipendente, quindi ha rifiutato la regia de "Il corvo" con Brandon Lee, mostrando l'ambizione di considerarsi padrone dei suoi lavori. Si è rifiutato inoltre, di insegnare al Centro Sperimentale di Cinematografia e di dare lezioni alla Columbia University. Ha declinato le offerte della WEA per dirigere alcuni video-clip di gruppi musicali inglesi. Quindi nessun compromesso né con le majors né con il successo. Un bel tipo non c'è che dire!

Passiamo alle sue opere: per preparare i soggetti e le sceneggiature si allontana da casa chiudendosi in una camera d'albergo a tempo indeterminato. Per girare "Inferno", a New York, si è rinchiuso per due mesi con lo scopo di captare tutta l'atmosfera di paura ed aggressione della città. Si taglia i capelli da solo, non mangia carne ed è mezzo anoressico; a parte per i film spende tutti i soldi in viaggi. Rifiuta di lavorare con attori famosi perché impossibilitato a modellarli a suo piacimento a causa della loro formata personalità. Il Teatro Sferisterio di Macerata gli affidò nell'85 la regia lirica del Rigoletto di Verdi e poi gliela tolse perché giudicata troppo avanguardistica. Questo è Dario Argento. Nelle sue pellicole, la trama non deve necessariamente avere coerenza. È sufficiente un filo conduttore su cui realizzare morti orrende e allucinanti; i personaggi, sempre irrilevanti, fungono soltanto quale mezzo per realizzare lo sceneggiato della morte. Prima di diventare regista, è giornalista e critico cinematografico per Paese Sera, ma ancora oggi è divulgatore per Stampa e Nazione.

Fu fondamentale l'incontro con Sergio Leone che lo invitò a scrivere il soggetto di "C'era una volta il west" insieme a Bernardo Bertolucci e sceneggiato stupendamente da Sergio Donati e Leone stesso. A ventinove anni di età, con una regia travolgente, realizza il primo film "L'uccello dalle piume di cristallo" (fotografia dell'allora sconosciuto Vittorio Storaro, e sceneggiatura dello stesso Argento) con il quale raggiunge il successo negli Stati Uniti! Non c'è che dire un bel record! Nel 1970, soltanto in Italia ha incassato un miliardo. Il successivo "Il gatto a nove code" incassò 750 milioni solo nelle città capozona. In "Quattro mosche di velluto grigio", sempre un thriller, per girare la morte dell'assassina sono state necessarie due settimane di lavorazione e, trentacinque litri di sangue finto per gli omicidi. Poi è la volta de "Le cinque giornate", satira politica che non ha niente in comune con il cinema del maestro del brivido. Con "Profondo rosso" inaugura una parentesi nel genere fantastico sprofondando nel mondo dell'occulto. La cinepresa diventa eccessivamente virtuosa, le vittime prima di morire sono sottoposte ad un lungo calvario a dir poco crudele. Per "Suspiria" ha sperimentato nuove tecnologie collegando la cinepresa ad un dispositivo sgancia-bombe di un aereo. L'originalità dei delitti è di nuovo senza pari; "Suspiria"è il film più violento e ha incassato tre miliardi solo in Italia. In Giappone il successo è stato così folgorante che successivamente venne distribuito "Profondo rosso" con il titolo: "Suspiria part 2"!

I film del maestro sono ormai l'esasperazione degli effetti visivi e sonori. Argento ha sempre manifestato grande interesse anche per le musiche (si è avvalso della collaborazione di Ennio Morricone, Giorgio Gaslini, i Goblin ed ancora Keith Emerson, Bill Wyman, Pino Donaggio, Brian Eno ecc.). Il successivo "Inferno" è il punto sublime e più emozionante della personale cinematografia fantastica e surreale; la colonna sonora originale scritta da Keith Emerson è successo mondiale: questa opera comunque chiude il periodo dedicato alle storie di spettri e streghe; "Tenebre" segna il ritorno alla realtà metropolitana (si fa per dire!); da qui in poi il regista farà uso, avvalendosi di cineprese particolari ed atipiche, dei primissimi piani per rendere ulteriormente folle l'espressione dell'assassino. "Tenebre" è il capolavoro, la punta più alta del suo delirio cinematografico, in un solo film non si erano mai visti tanti colpi di rasoio e di accetta... e senza mai stancare. È poi la volta di "Phenomena" con i suoi 450 effetti speciali e i 40 milioni di insetti appositamente allevati. E ancora "Opera", costato 7 milioni di dollari, girato tutto nel teatro Regio di Parma sul set "maledetto" del Macbeth di Verdi; per esso Argento ha sperimentato un braccio meccanico di sua invenzione lungo 25 metri e con 18 diverse possibilità di ripresa. Segue poi "Trauma", sempre un giallo, girato tutto a Minneapolis che, in virtù della cadenza estenuante, è terrificante e claustrofobico. Ne "La sindrome di Stendhal", per confezionare effetti stupefacenti, ha usato un computer costato 17 milioni di lire al secondo.

Il pubblico torna da lui perché sa quali sono gli ingredienti, sempre uguali, ma nello stesso tempo sorprendenti. Ricordiamo che da "Inferno" in poi è diventato produttore indipendente; citiamo, a parte le sue opere, la produzione di "Zombi" di George Romero e "Dèmoni" di Lamberto Bava. Aneddoto finale: nei film la mano dell'assassino, quella con il guanto nero che uccide con rasoi coltelli e accette, è sempre stata la sua!



Filmografia:

"L'uccello dalle piume di cristallo", 1970;
"Il gatto a nove code", 1971;
"Quattro mosche di velluto grigio", 1971;
"Le cinque giornate", 1973;
"Profondo rosso", 1975;
"Suspiria", 1977;
"Inferno", 1980;
"Tenebre", 1982;
"Phenomena", 1985;
"Opera", 1987;
"Due occhi diabolici", 1989 (solo secondo episodio);
"Trauma", 1993;
"La sindrome di Stendhal", 1996;
"Il fantasma dell'Opera", 1998;
"Non ho sonno", 2000;
"Il cartaio", 2004;
"La terza madre", 2007;
"Giallo", 2009;
"Dracula 3D", 2012.





Dal 2000, in base alla legge 248, tutti i testi che vengono pubblicati su internet sono automaticamente ricoperti dal diritto d'autore.
L'art. 6 della legge 633/41 stabilisce che ogni opera appartiene, moralmente ed economicamente, a chi l'ha creata
e pertanto nessuno potrà disporne (tanto a scopo di lucro, quanto per uso personale) senza l'esplicito consenso dello stesso autore.
I siti intenet formano oggetto del diritto d'autore (Artt. 2575 sg. c.c.) e come tali appartengono all'autore.
E' pertanto illegale (Legge 22 aprile 1941, n. 633 - Legge 18 agosto 2000, n. 248) copiare, riprodurre
(anche in altri formati o su supporti diversi), pubblicare parte di essi se non dietro esplicita autorizzazione di chi ne possiede i diritti.
La violazione di tali norme comporta sanzioni anche penali.