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Cineasti classici





FRANCIS FORD COPPOLA, la scommessa


Tutta la carriera cinematografica di Francis Ford Coppola (USA, 1939) è stata una scommessa contro tutto e tutti. Con il padre Carmine, musicista in tutti i suoi film, la figlia Sofia, sceneggiatrice ed attrice e il figlio Roman, aiuto regista, ha creato uno staff che con l'ausilio di due case di produzione (l'American Zoetrope e la Directors Company) di sua proprietà, pretendeva di sbarazzarsi delle grandi majors di Hollywood. Ma così non è stato ed il progetto è naufragato più volte nei debiti. Tutto ciò comunque lo ha messo in condizione di lavorare all'eccesso, sia produttivo che artistico.

Il risultato ad oggi è di due Palme d'Oro a Cannes e di una decina di Oscar, senza parlare del controllo che esercita personalmente, per quanto riguarda la produzione, su cineasti come George Lucas, Akira Kurosawa, William Friedkin e Wim Wenders, che riescono a realizzare le loro opere grazie a lui. Insomma un genio! Snobbato dalla critica perché nel bisogno di finanziare autonomamente i suoi progetti non ha mai disdegnato le pellicole da botteghino, anzi, le ha sapientemente inframezzate alle grandi opere col fine di risollevare le sue sempre tragiche finanze. Nella sua carriera registica ci sono lavori fondamentali per la storia di tutta la cinematografia come: "Il Padrino", entrato di forza nella memoria collettiva. Della saga completa, in tutto tre film, si è detto e ridetto senza focalizzare mai che negli ultimi due il regista si è discostato dal classico genere sul banditismo americano, affrontando delle tematiche per lui più interessanti e originali.

Laureato in drammaturgia, inizia la carriera alla corte di Roger Corman il re del bmovie, che lo seguirà nei primi lavori. Il primissimo film "Questa notte di sicuro", è un erotico, seguito a ruota da "Terrore alla tredicesima ora", horror a basso costo ma dall'alta qualità in perfetto stile Corman. È poi la volta della riuscita commedia: "Buttati Bernardo". A termine del primo periodo, quello dell'apprendistato e della ricerca della notorietà, realizza il quarto film, un musical poco riuscito: "Sulle ali dell'arcobaleno". Il successivo "Non torno a casa stasera", è la svolta che segna il taglio definitivo con le majors. È finalmente un film d'autore, personale e libero, una storia altamente tragica e struggente attraverso l'America degli anni sessanta. Nel 1972, "Il Padrino", premio Oscar come miglior film, migliore sceneggiatura non originale e migliore attore protagonista a Marlon Brando. Tratto da un romanzo, tra i maggiori best-seller di tutti i tempi, di Mario Puzo, "Il Padrino" è una pellicola stupenda, epica, grandiosa e romantica; il film ha incassato allora duecento milioni di dollari e ha spedito Francis Ford Coppola nell'olimpo dei migliori cineasti mondiali. Caso pressoché unico nel mondo della celluloide la pellicola seguente, "La Conversazione", non solo conferma il genio di Coppola, ma lo rivela compiutamente; premiata con la Palma d'Oro al Festival di Cannes, quasi a completare un inizio carriera (!) già glorificata dai precedenti Oscar per "Il Padrino", "La Conversazione" è un film stupendo con un irrefrenabile Gene Hackman.

È del 1974 "Il Padrino Parte II", ben sei premi Oscar: miglior film, miglior regia, migliore attore non protagonista a Robert De Niro, migliore sceneggiatura non originale, migliore scenografia, migliore colonna sonora; considerato il capolavoro indiscusso di Coppola, è uno dei primi sequel ad aver avuto più successo, sia di critica, che di pubblico del capitolo originale, nonostante questo sia considerato una pietra miliare della cinematografia. Sono questi gli anni del migliore Francis Ford Coppola che passa da un capolavoro all'altro in maniera del tutto disarmante. "Apocalypse Now", è brillante e stravagante; eccesso cinematografico in tutto, anche nell'attore protagonista Marlon Brando; premiato contemporaneamente a Cannes con la Palma d'Oro ed a Hollywood con due Oscar: migliore fotografia a Vittorio Storaro e migliore suono. In questa opera l'autore italoamericano non ha girato un film sulla guerra del Vietnam, ma sul Vietnam stesso. Tre anni di riprese in cui ha costretto tutto il cast a girovagare nella giungla vietnamita tra alluvioni, malattie e fughe di attori come si vedono "solo nei film". Il trasporto dei mezzi e degli elicotteri sul set è stata una vera e propria avventura e lo stesso Coppola ha commissionato alla moglie Eleanor un documentario dell'avvenimento (il film), che è uscito (incredibile!) dopo tredici anni nelle sale cinematografiche con il titolo "Viaggio all'inferno". Con questo ha voluto dimostrare che la finzione cinematografica, in alcuni casi, non è altro che la realtà.

Nel 1980, "Un sogno lungo un giorno" è un fiasco commerciale colossale più per essere arrivato dopo quattro film "troppo importanti" che per demerito proprio e nonostante le due Nominations ad Hollywood ha fatto quasi fallire Coppola; il film è una commedia musicale girata a Las Vegas, dalle incredibili scenografie fatte ricostruire interamente in studio. Per "I Ragazzi della 56ma Strada" del 1983, Coppola lancia un gruppo di baby attori (C. Thomas Howell, Matt Dillon, Ralph Macchio, Patrick Swayze, Rob Lowe, Diane Lane, Tom Cruise e il meno giovane Tom Waits), che grazie a lui ma soprattutto ad una stupefacente fotografia, poi sono diventati interpreti apprezzati. Dello stesso anno è il più affascinante "Rusty il Selvaggio", un bel film d'autore, un capolavoro poco compreso, girato interamente in un efficace bianco e nero.

Nonostante la perdita dei favori della critica, "Cotton Club" dell'84 è un bellissimo lavoro sul grande ed unico Jazz, quello americano di colore. Un Coppola decisamente in tono minore è per "Peggy Sue si è sposata" a cui seguiranno due grandi ed originali pellicole: "Giardini di Pietra", piccolo e struggente capolavoro, realizzato dal cineasta con pochissimi mezzi, e "Tucker, un uomo e il suo sogno", un bel film commerciale carico delle solite immagini straordinarie (fotografia di Vittorio Storaro).

Nel 1990 chiude la saga della famiglia Corleone con "Il Padrino Parte III", sei Nomination ad Hollywood ma nessun Oscar. Successo commerciale stupefacente è un film perfetto che, per la critica, ha il torto di aver risolto tutti i problemi economici di Coppola. "Dracula di Bram Stoker", il centossessantunesimo film dedicato ai vampiri; è forse il più bel film mai realizzato su Dracula, premiato purtroppo solo con due Oscar tecnici (costumi e trucco); affascinante e tecnologico, è un tributo a Coppola cineasta, a tutto il cinema e ai film horror. Da ricordare il prologo ed il finale girati con eccezionale virtuosismo. "Jack", è una delicata storia di emozioni realizzata con poco, come solo un grande cineasta può permettersi. Per ultimo "L'uomo della pioggia" tratto da un romanzo di John Grisham, un pregevole lavoro con Matt Damon e Danny DeVito.




Filmografia:

"Questa notte di sicuro", 1962;
"Terrore alla tredicesima ora", 1963;
"Buttati Bernardo", 1967;
"Sulle ali dell'arcobaleno", 1968;
"Non torno a casa stasera", 1969;
"Il Padrino", 1972;
"La Conversazione", 1974;
"Il Padrino II", 1974;
"Apocalypse Now", 1979;
"Un sogno lungo un giorno", 1987;
"I Ragazzi della 56ma Strada", 1982;
"Rusty il Selvaggio", 1982;
"Cotton Club", 1983;
"Peggy Sue si è sposata", 1986;
"Giardini di Pietra", 1987;
"New York Stories - Una città, tre grandi storie", regia dell'episodio "La vita senza Zoe", 1988;
"Tucker, un uomo e il suo sogno", 1989;
"Il Padrino Parte III", 1990;
"Dracula di Bram Stoker", 1992;
"Jack", 1996;
"L'uomo della pioggia - The Rainmaker", 1997;
"Supernova", 2000/1 (non accreditato), regia di Thomas Lee, pseudonimo di Walter Hill che ha rifiutato di firmare il film per un diverbio con la produzione, che successivamente ha affidato la supervisione ed il montaggio a Coppola;
"Un'altra giovinezza", 2007;
"Segreti di famiglia", 2009.



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