I testi e le illustrazioni sono di proprietà degli autori e ne è vietata la riproduzione non autorizzata

Cineasti contemporanei





WERNER HERZOG: l'atleta


Werner Herzog (Germania, 1942), è l'unico regista in grado di descrivere la natura e i paesaggi come nessun altro autore contemporaneo. La spiegazione di questa virtù, sta tutta nel carattere e nella sua filosofia di vita. Autodidatta nel vero senso della parola, ha imparato a fare film guardandoli al cinema, e non è mai entrato in uno studio. Questo modo di comportarsi, unitamente all'esperienza dei continui ed insistenti viaggi in posti estremi, gli ha conferito una grandiosa ed affascinante sensibilità visiva. Inoltre, per Herzog il cinema è materia per atleti: considera il suo, lavoro di fatica! Si impegna fisicamente in maniera estrema soffrendone la genesi e lo svolgimento dei suoi capolavori, per goderne poi successivamente."Sento molto fortemente il lavoro di regista come lavoro fisico, dico sempre che fare film è un esercizio atletico. Non è una questione intellettuale". Ancora, sostiene che continuerà a fare film fino a quando resterà fisicamente integro, e c'è da credergli. Più assurdamente, crede nel totale coinvolgimento mettendo in gioco se stesso fino al limite del rischio fisico (ricorda tanto il Coppola di "Apocalypse Now"). Insomma le sue creazioni sono film nel film; paradossalmente sono più belli gli aneddoti, vissuti durante la lavorazione, che i film stessi.

Per "Fata Morgana" ha gironzolato, insieme al suo operatore, per un anno attraverso tutta l'Africa, facendosi arrestare prima in Uganda e poi in Camerun sospettati di essere mercenari. Per "L'enigma di Kaspar Hauser" ha curato di persona, e per mesi, un giardino perchè fosse esattamente come lo voleva. Per "Aguirre, furore di Dio" ha costruito personalmente le zattere e le ha provate lungo le rapide per conoscere il pericolo autentico. In "Cuore di vetro" ipnotizza personalmente gli attori, prima delle riprese. Durante la lavorazione di "Fitzcarraldo" ha fatto trasportare realmente, da 1100 indios, un battello attraverso le montagne, causando problemi a non finire e litigando continuamente con la produzione.

Per "Grido di Pietra" è rimasto chiuso in una caverna con il suo operatore per cinque giorni e senza viveri, insomma si potrebbe scrivere un libro solo di queste storie. Herzog dicendo:"Io voglio mostrare a cosa può assomigliare un albero quando lo si vede per la prima volta nella vita", descrive in maniera stupenda e veritiera il suo modo di fare i film. Nelle pellicole, sempre da una citazione di Herzog:"Vi trovate una vita profonda, una sensazione di forza, un'intensità che non riscontrate nei film hollywoodiani in cui la natura ha qualcosa di artificiale". In ogni sua realizzazione viene ribadito il dominio del territorio su personaggi e situazioni. Ma chi è quest'uomo che a soli quattordici anni decise cosa fare della propria vita?

Prima di allora, non era mai uscito dal suo villaggio della Baviera e non aveva mai visto un automobile! Durante l'adolescenza scrive poesie premiate alla Radio Bavarese. Realizza sceneggiature, sottoforma di racconti e soprattutto inizia a viaggiare per tutto il mondo. Mentre studia, lavora di notte come saldatore in un acciaieria per accumulare soldi da investire, successivamente, nella produzione dei film. A diciotto anni in Sudan si ammala di malaria e rimane cinque giorni in una capanna lottando tra la vita e la morte, dove viene assalito dai topi che gli mordono la faccia. Più tardi grazie ad una borsa di studio si iscrive ad un università americana, ma dopo soli tre giorni viene espulso dagli Stati Uniti; trasferitosi in Messico conduce una vita miserabile. Qui gira il suo primo cortometraggio, rubando una macchina da presa che poi restituirà a lavoro finito! Nel 1974 va a piedi da Monaco a Parigi per una causa che gli stava a cuore, successivamente ne trarrà un film-documentario. Per gli appassionati degli sport estremi: nell'1984 gira con Reinhold Messner e Hans Kammerlander "L'oscuro bagliore delle montagne", uno dei più bei film sulla montagna. Inoltre, da vedere: "Grido di pietra" film sulla conquista del Cerro Torre in Patagonia, e "La grande estasi dello scultore in legno, Steiner", biografia di Walter Stainer campione del mondo di salto con gli sci.

A completamento della sua carriera, arrivano i riconoscimenti per le apprezzate regie di opere liriche a Bologna, Catania, Milano, Parigi, Monaco nonché la nomina a direttore della Viennale nel 1991. Tra i premi più importanti ricordiamo: il Premio Speciale della Giuria per "L'enigma di Kaspar Hauser", e la Palma d'Oro per "Fitzcarraldo" al Festival di Cannes.



Filmografia essenziale:

(a causa di una filmografia incredibilmente varia e articolata, trentasei lavori fino al 1993, i titoli consigliati sono del tutto incoerenti tra di loro)

"Fata Morgana", 1968-70, un anno di natura africana;
"Aguirre, furore di Dio", 1972, primo successo di pubblico internazionale;
"La grande estasi dello scultore in legno, Steiner", 1974, il più grande saltatore con gli sci che sia mai esistito;
"L'enigma di Kaspar Hauser", 1974, il più premiato;
"Nosferatu, il principe della notte", 1978, l'horror;
"Fitzcarraldo", 1979-82, l'impresa più folle;
"L'oscuro bagliore delle montagne"; 1984, i limiti della capacità umana;
"Dove sognano le formiche verdi", 1985, la natura per com'è, non per come la si descrive;
"Grido di pietra", 1991, l'estremo; tutte le scene sono state girate sul posto (sul Cerro Torre in Patagonia!), è un film ma anche... un documentario.




Dal 2000, in base alla legge 248, tutti i testi che vengono pubblicati su internet sono automaticamente ricoperti dal diritto d'autore.
L'art. 6 della legge 633/41 stabilisce che ogni opera appartiene, moralmente ed economicamente, a chi l'ha creata
e pertanto nessuno potrà disporne (tanto a scopo di lucro, quanto per uso personale) senza l'esplicito consenso dello stesso autore.
I siti intenet formano oggetto del diritto d'autore (Artt. 2575 sg. c.c.) e come tali appartengono all'autore.
E' pertanto illegale (Legge 22 aprile 1941, n. 633 - Legge 18 agosto 2000, n. 248) copiare, riprodurre
(anche in altri formati o su supporti diversi), pubblicare parte di essi se non dietro esplicita autorizzazione di chi ne possiede i diritti.
La violazione di tali norme comporta sanzioni anche penali.