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Cineasti contemporanei





TERRENCE MALICK: la coerenza della lentezza!
"È il regista di maggior talento della mia generazione" Michael Cimino


Padre geologo di origine libanese, madre irlandese, il cognome in arabo significa "Re", Terrence Malick (Stati Uniti, 1943) è una leggenda vivente e soltanto con tre film in trent'anni di carriera!

Mito della regia, enigmatico ed emblematico, si esprime caratterizzandosi per un auto-isolamento senza compromessi in cui non c'è spazio per interviste, serate di gala o conferenze stampa; inaspettata la comparizione al Festival di Berlino per "La sottile linea rossa". Non a caso odia la televisione considerata diseducativa e vera e propria spazzatura. La ricerca di una sua foto è un'impresa ardua tanto che, nella notte degli Oscar 1999, nel corso del filmato di presentazione delle Nominations alla regia, nella sequenza a lui dedicata non è apparsa nessuna immagine che lo ritraesse, se non la sedia della regia con dietro scritto il nome! Ricorda di lui Robert Cortes per il quale aveva riscritto il copione di "Countryman": "Non potevo comunicare direttamente con lui: dovevo chiamare un certo numero di telefono e lasciare un messaggio. Dopo di che un suo amico mi richiamava".

Laureato ad Harvard, eccentrico, poliedrico, non è solo cineasta eccezionale ma anche insegnante di filosofia, giornalista e... pure ornitologo! Ci racconta di lui Nick Nolte:"Terry cerca una verità che va al di là di tutti i preconcetti. In un certo senso cerca l'ispirazione divina. Quello che veramente vuole è che sia il film a dirgli di cosa parla veramente". Tre sole opere, una nel 1973, una nel '78, e l'ultima nel '98 (!), pare chiaro che di quel ristretto gruppo di cineasti venerati in quanto ad originalità, è senza ombra di dubbio il meno prolifico. Solo quando si è sentito pronto a raccontare una storia lo ha fatto e i produttori, fatto straordinario, glielo hanno permesso senza compromessi. La sua è una cinematografia caratterizzata da una insistente e, per certi versi, ardua narrazione, anche per la presenza di una continua ed ammaliante voce-off (voice over - voce fuori campo), espressione di un unico «io» nelle prime due pellicole mentre, nella terza, gli «io» si moltiplicano trasmettendoci in modo straordinario pensieri ma sopratutto emozioni di più personaggi; Quindi i film sono narrati non soltanto per mezzo delle immagini, del dialogo, del sonoro, ma anche e soprattutto con l'introspezione individuale dei pensieri.

Ma torniamo indietro, esordisce nella settima arte come autore dell'interessante sceneggiatura di "Per una manciata di soldi", del 1972 diretto da Stuart Rosemberg, con Lee Marvin e Paul Newman protagonista e produttore. Nel 1973 il primo film come autore, "La rabbia giovane"; è un dramma psicologico ispirato ad un fatto di cronaca, lo spettatore resta in bilico tra coinvolgimento assoluto e distacco feroce dai protagonisti, due adolescenti che si lasciano dietro, in giro per gli Stati Uniti, una scia di omicidi; per il critico Paolo Mereghetti: "L'ironia, il surrealismo sottotono, l'assoluta mancanza di retorica ne fanno uno dei film più insoliti e preziosi del cinema americano". Nel 1978 esce nelle sale "I giorni del cielo", premio per la Miglior Regia al Festival di Cannes, ma anche New York Film Critics Award, National Society of Film Critics Award e il Premio Oscar alla Fotografia (in 70 mm) a Nestor Almendros, e non a caso è stato definito il film a colori più bello visivamente parlando; ricordiamo anche la colonna sonora di Ennio Morricone. L'opera, come la precedente, è acclamata dalla critica di tutto il mondo; nella storia ancora un dramma psicologico ed una fuga.

Il cinema di Malick non somiglia a quello di nessun altro collega: i suoi personaggi, soprattutto ne "La sottile linea rossa", sono soli e sempre disperati, restano a lungo nella memoria dello spettatore, difficile il godimento dello spettacolo cinematografico, che diventa uno studio sulla cattiveria, la codardia, il coraggio e le debolezze ancestrali dell'essere umano; la narrazione e lo stile filmico, caratterizzati continuamente dalla voce fuori campo, è resa con un poetico ma decisamente inquietante tono introspettivo; la macchina da presa, a parte la cura maniacale dei dettagli, scruta con occhio affascinato una paradisiaca natura suprema e sconfinata indifferente agli avvenimenti. Le inquadrature, perfettamente strutturate, sono opportunamente eleganti e i volti degli interpreti, braccati da spietati primi piani, appaiono in tutta la loro sconvolgente realtà.

Viste le premesse, per "La sottile linea rossa" tutta Hollywood si è fatta avanti per recitarvi e a paga sindacale! Si sono offerti le maggiori star del momento: Johnny Deep, Matt Dillon, Leonardo DiCaprio, Nicholas Cage, Brad Pitt, Kevin Costner, Ethan Hawke, ma hanno invece recitato nel film: Nick Nolte, Sean Penn, Jim Caviezel, John Cusack, Ben Chaplin, Elias Koteas, Woody Harrelson e John Savage, e non solo! In piccole parti compaiono John Travolta e George Clooney; invece Mickey Rourke, Bill Pullman e Lucas Haas hanno visto scartate in fase di montaggio le sequenze in cui comparivano; infine Gary Oldman aveva una parte scrittagli su misura ed esclusa successivamente. Premiato con l'Orso d'Oro al Festival di Berlino, ha ricevuto sette Nominations all'Oscar (Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Fotografia, Miglior Montaggio, Miglior Colonna Sonora originale drammatica, Miglior Sonoro, Miglior Sceneggiatura non originale) senza, incredibilmente, nessuna statuetta assegnata. Tratto da un romanzo autobiografico di cinquecento pagine di James Jones scritto nel 1962, racconta della sanguinosa conquista dell'isola di Guadalcanal avvenuta a partire dal 9 novembre 1942 da parte degli Americani contro i Giapponesi. Malick, autore non solo della regia ma anche della sceneggiatura (nelle sue prime due pellicole fu anche soggettista e per quella d'esordio pure produttore ed attore in una breve apparizione non accreditata!) ha lavorato sull'adattamento del romanzo per dieci anni; per attenersi il più fedelmente possibile al testo originale ha chiesto alla vedova di Jones il permesso anche del più piccolo cambiamento, e questa gli ha risposto: "Terry, tu hai la stessa voce di mio marito, scrivi nella sua stessa chiave musicale. Quello che tu vuoi fare è improvvisare: suona pure i tuoi riff!". Nella pellicola il regista tralascia qualsiasi luogo comune in favore di una riflessione filosofica sugli orrori della guerra che resta senza risposta pure a proiezione terminata lasciandoci in definitiva senza patria, futuro e speranza alcuna; è lo shock e l'isterismo dei soldati «essere umani indifesi» che gli preme raccontare. Per J. Hoberman il film è "enormemente ambizioso, austeramente allucinato: un film di guerra in cui la confusione del campo di battaglia è mescolata con una meditazione Emersoniana sulla natura della natura".

Il cinema di Terrence Malick è di fattura unica e straordinaria; reca un messaggio fortemente antropologico dove l'uomo «rabbioso» e desideroso di soprusi, uccide per assicurarsi il predominio, oppure, «obbligato», lo fa perché costretto dalle sue stesse regole sociali. In opposizione al pur fantastico cinema di Steven Spielberg di "Salvate il soldato Ryan" che tende al puro spettacolo, al totale e grandioso perfezionamento della macchina cinematografica, dove c'è sempre qualcuno da salvare e da riportare a casa per un messaggio di speranza finale, nel cinema di Malick de "La sottile linea rossa", il punto focale della narrazione è nelle crudeltà ma soprattutto nelle incongruenze che guidano l'assurda ferocia dell'essere umano, nella perdità di qualsiasi dignità dove nulla si salva e nessuna speranza sopravvive. Lo spettatore è costretto ad una sorta di travaglio interiore che inibisce il "godimento" dello spettacolo cinematografico stesso. Il cineasta costruisce una regia imponente, visionaria e soprattutto insontenibile in quanto a forza narrativa.

Terrence Malick: tre film in trent'anni... la coerente lentezza!



Filmografia:

"Lanton Mills", cortometraggio, 1969;
"La rabbia giovane", titolo originale "Badlands", 1973;
"I giorni del cielo", titolo originale "Days of Heaven", 1978;
"La sottile linea rossa - ogni uomo combatte la sua guerra", titolo originale "The Thin Red Line", 1998;
"The New World", 2006;
"Tree of Life", 2011;
"To the Wonder", 2012.


Solo Sceneggiatura:

"Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!", titolo originale "Dirty Harry" di Don Siegel, non accreditato, 1971;
"Deadhead Miles" di Vernon Zimmerman, 1972;
"Per una manciata di soldi", titolo originale "Pocket Money" di Stuart Rosemberg, 1972;
"The Gravy Train" di Jack Starrett, 1974.








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