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Cineasti... peculiari



ARISTIDE MASSACCESI ... ovvero Joe D'Amato!


"Un «film di exploitation» si può definire in modo sommario come una pellicola in cui la materia essenziale del soggetto, o il tema, ne permette un facile sfruttamento. Ciò implica la necessità di ricorrere a ingredienti estremamente semplici e di sicura presa sul pubblico: mostri, nudità, violenza e via di questo passo. La prevalenza di questo intento fa sì che per tutti i film di exploitation la pubblicità sia sempre molto colorita, superando in importanza il contenuto effettivo delle pellicole (...) Il cinema di exploitation, infine, può vantare anche parecchi registi unici e realmente strani, che hanno scelto di esprimere le loro visioni personali nei bassifondi del mondo del cinema". Da questa compiuta dichiarazione di John Landis si deduce facilmente che per exploitation s'intende il cinema altrimenti detto a low-budget (basso costo), di serie b, o di serie z, infine, cinema trash, spazzatura. È doveroso però specificare che l'exploitation ha sempre goduto di una sua identità al punto che, in questi ultimi anni, ci sono state una riscoperta ed uno studio attento e tematico sia delle pellicole sia degli autori.

Tra i maggiori rappresentanti è bene ricordare Roger Corman, John Waters, Ed Wood, Russ Meyer, Samuel L. Broncowitz e l'italianissimo Joe D'Amato ovvero il romano Aristide Massaccesi (Italia, 1936-1999). Per Broncowitz: "Tutti i film sono fatti per guadagnare soldi, anche quelli di Fellini o di Bergman. Il cosidetto cinema d'autore non esisterebbe se non ci fosse un piccolo segmento di pubblico disposto a pagare per andarlo a vedere" e sull'exploitation: "Perché quello che noi abbiamo sempre cercato di fare è stato dare al pubblico quello che il pubblico voleva. Con passione ed entusiasmo. E senza un filo di ipocrisia".

Aristide Massaccesi, il "Roger Corman italiano", è tra i massimi esponenti di questo filone non solo per essere stato il più produttivo regista italiano in quanto a numero di film ma anche perché è considerato, come autore, tra i più eclettici a livello mondiale. Autentico camaleonte egli è stato: regista, direttore della fotografia, produttore e spesso responsabile di tutti gli incarichi della troupe. Figura rara, entusiasta e sincera, spudorata e modesta, ha fatto dell' artigianalità il suo punto peculiare. Famoso ai più come regista simbolo del cinema porno con il nome di Joe D'Amato, egli ha preferito spesso firmare i suoi lavori con pseudomini originali, a volte impronunciabili e ridicoli. Joe D'Amato è più presente nella cinematografia contemporanea con le sue oltre cento pellicole (c' è chi sostiene almeno duecento), che hanno esplorato ogni sorta di genere, di quanto non lo sia stato con il vero nome Aristide Massaccesi. Sarah Asproon, Stephen Benson, John Bird, O.J. Clarke, Raf Donato, Oskar Faradine, Drago Floyd, Kevin Mancuso, Tom Salima, Frederic Slonisko, Robert Vip, Michael Wotruba, Dario Donati, John Shadow, Chang Lee Sung: per ogni genere uno pseudonimo nuovo; raramente il nome vero; quello più usato Joe D'Amato.

Ma torniamo agli inizi; dopo essersi creato una discreta reputazione come direttore della fotografia con il suo vero nome, pensò bene di non usarlo nelle prime opere firmate da regista in quanto è consuetudine nell'exploitation presentarsi con nomi magniloquenti di sicuro impatto pubblicitario. Ricordiamo casi simili anche nel cinema d'autore; lo stesso Sergio Leone si firmava Bob Robertson agli esordi dello spaghetti western. Massaccesi-D'Amato nasce in verità come fotografo di scena esordendo come assistente al fotografo di scena per "La carrozza d'oro" di Renoir. Negli anni farà tutti i mestieri del cinema: elettricista, assistente operatore, operatore, direttore della fotografia infine regista e produttore. È ricordato come un personaggio riservato e dai modi gentili, sempre disponibile a chiacchierare del suo lavoro, anche del cinema porno, che da autore così ha spesso giustificato: "Era un fatto alimentare, perché evidentemente c'era necessità da un punto di vista produttivo. Questo cinema era un prodotto ovviamente commerciale, c'era molta richiesta da parte del pubblico e il genere andava molto bene all'epoca, usciva nelle sale e così io ne ho fatti... ", insomma i guadagni del porno gli hanno permesso di produrre opere di ben altro spessore.

Nel cinema di basso costo la parola d'ordine era imitare i grandi successi commerciali girandone improbabili sequel, prequel e remake. Filmacci grossolani e artigianali ma carichi spesso di una sottile e originale genialità. Si devono a lui gran parte dei film pornografici più «conosciuti», ha diretto praticamente tutte le pornostar mondiali, ma ha dimostrato una grande attitudine con tutti i generi, soprattutto il fantastico, e i film di guerra. Ha realizzato alcuni dei più brutali e ripugnanti horror mai realizzati nel nostro paese come "Buio omega" del 1979 e "Antropophagus" dell'80. A proposito di questi due film ricorda: "È vero, in quei film ricordo due scene molto forti: quella dell'autopsia in Buio Omega e quella di Antropophagus dove Luigi Montefiori strappa il feto dalla pancia di Serena Grandi e se lo mangia... Anche lì, alcuni dissero che avevo girato dal vero, in un ospedale, in realtà per l'autopsia avevo comprato dal macellaio due chili di «paiata» e il feto era un coniglio scuoiato pennellato di sangue artificiale... Facevo questi film perché mi divertivano molto; io faccio tutti i generi ma quelli li facevo con particolare gusto". Sulla scia del successo dei primi film erotici della serie "Emmanuelle", realizzò una serie apocrifa parallela intitolata "Emanuelle"... con una "m" sola, con Laura Gremser quale protagonista al posto di Sylvia Kriestel; queste pellicole, a tutt'oggi, restano una straordinaria testimonianza di come sia possibile inaugurare un filone imitandone uno già esistente al punto da entrarci in competizione direttamente! Il cinema italiano di exploitation tra gli anni sessanta e ottanta è riuscito a creare alcuni filoni di successo, soprattutto all'estero, per via della sua caratteristica vena stracolma di eccessi e di atmosfere infime, cosa che nel resto del mondo nessuno è stato mai capace di mettere in scena se non sconfinando nello splatter. La maggiore peculiarità di Aristide Massaccesi è stata quella di miscelare tra loro, e con bizzarria, i generi più diversi.





Filmografia rappresentativa, ma caotica e casuale:

"Un bounty killer a Trinità", 1972;
"Sollazzevoli storie di mogli gaudenti e mariti penitenti", 1972;
"Novelle licenziose di vergini vogliose", 1972;
"La morte ha sorriso all'assassino", 1972;
"Pugni, pirati e karaté", 1973;
"Eroi all'inferno", 1973;
"The arena", 1973;
"Fra' Tazio da Velletri", 1973;
"La rivolta delle gladiatrici", 1973;
"La morte ha sorriso all'assassino", 1973;
"Scansati... a Trinità arriva Eldorado", 1973;
"Pugni pupe e karaté", 1973;
"Giubbe rosse", 1975;
"Emanuelle e Françoise-Le sorelline", 1975;
"Emanuelle in America", 1976;
"Emanuelle nera-Orient reportage", 1976;
"Emanuelle e gli ultimi cannibali", 1977;
"Emanuelle: perché violenza alle donne?", 1977;
"Il ginecologo della mutua", 1977;
"La via della prostituzione", 1977;
"Emanuelle e le porno notti", 1978;
"Duri a morire", 1978;
"Il porno shop della settima strada", 1979;
"Buio omega", 1979;
"Sesso nero", 1979;
"Orgasmo nero", 1980;
"Blue Erotic Climax", 1980;
"Hard Sensations", 1980;
"Antropophagus", 1980;
"Le notti erotiche dei morti viventi", 1980;
"Porno Holocaust", 1981;
"La voglia", 1981;
"Caligola... la storia mai raccontata", 1982;
"Violenza in un carcere femminile", 1982.
"Orgasmo esotico", 1982;
"Rosso sangue",1982;
"Anno 2020-I gladiatori del futuro", 1982;
"Delizie erotiche", 1982;
"Endgame, gioco finale", 1983;
"Ator l'invincibile", 1983;
"Delizia", 1987;
"Eleven days eleven nights", 1987;
"Killing birds-raptors", 1987;
"Deep Blood", 1989;
"Squali", 1989;
"Ator III-Hobgoblin", 1989;
"La signora di Wall Street", 1990;
"Ritorno dalla morte", 1991;
"Troll 2", 1992;
"Ossessione fatale", 1992;
"Il diavolo nella carne", 1992;
"Una tenera storia", 1992;
"Frankenstein 2000", 1992;
"Sul filo del rasoio", 1992;
"Chinese Kamasutra", 1993;
"Il labirinto dei sensi", 1993;
"Marco Polo-La storia mai raccontata", 1994;
"Aladino-The erotic dream of Aladdin'X", 1994;
"Le mille e una notte", 1994;
"Il marchese De Sade", 1994;
"Hamlet", 1994;
"Masoch", 1994;
"Decameron X", 1994;
"Goduria anale", 1994;
"Il colpo dell'a(n)no", 1994;
"Incontri anali all'autosalone di Alexander Borsky", 1994;
"Tharzan", 1994;
"Paprika anale", 1994;
"Fuga di mezzanotte", 1995;
"Le intoccabili", 1995;
"Scarface", 1995;
"Le bambole del fuhrer", 1995;
"La jena", 1998.



NB:
le dichiarazioni di Landis e Broncowitz sono tratte da:
A. Farina "Sparate sul regista!", Il Castoro, 1997.





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