I testi e le illustrazioni sono di proprietà degli autori e ne è vietata la riproduzione non autorizzata




CHI È SENZA PECCATO SCAGLI LA PRIMA PIETRA!
di Gabriele La Rovere



Tutti i ciclisti,

cioè coloro che possiedono una bici da corsa, abbigliamento specifico
e se superati si mettono a ruota,

sono bugiardi per loro stessa natura e si dividono in due categorie:

i "bugiardi lesti", abili nella destrezza,
e i "bugiardi stolti", abili - a loro dire - nel pericolo.

Intendo la destrezza
come capacità fisica e intellettuale ed insieme conoscenza, esperienza, rispetto delle regole e capacità di confronto,
caratteristiche necessarie a tirarli fuori da situazioni pericolose o di imminente pericolo.

La stoltezza,
che non esclude la destrezza, è la determinazione nel rischiare a prescindere
senza preoccuparsi delle conseguenze per se stessi e per gli altri e ciò li rende incoscienti e sprezzanti.

I "bugiardi lesti" si suddividono in virtuosi e viziosi.

Il bugiardo lesto "virtuoso" si ritiene un talento,
dice di allenarsi sempre e comunque meno degli altri, di essere al settanta per cento della condizione;
racconta frottole a scopo tattico, per giustificarsi e/o intimorire l'amico-avversario per poi denigrarlo.
Tutto ciò però si svolge nel rispetto dei principi fondamentali del fair-play,
per cui questa tattica, soprattutto psicologica, va comunque ritenuta pertinente e facente parte dell'essere ciclista.

Il bugiardo lesto "vizioso" si ritiene un fenomeno,
si comporta apparentemente in modo simile al "virtuoso", ma in realtà mente anche a se stesso
perché è incapace di porsi di fronte allo sport in modo corretto, umile e leale;
si comporta come una canaglia infischiandosene di tutto ciò che lo circonda.

Il bugiardo stolto, non può che essere solo "vizioso"
ed è quanto di peggio si possa incontrare per strada, è soprannominato dal gruppo "lu mmalamente";
per sua stessa opinione è un asso che, accecato da "lu sangue all'ucchie" aggiunge al vizio la perfidia e la malafede,
al punto che, pur di superarti, ti butterebbe volentieri nel fosso.

Infine "lu mmalamente"
raggiunge la sua massima espressione nel "dopato",
ovvero colui che, dopo aver dato fondo a tutte le risorse fisiche, psichiche e tecniche,
non pago, si adopera in quelle chimiche!







Nota dell'autore:
collochiamoci e commentiamolo!
Chi non trova il posto che gli confà, è invitato a proporre nuove categorie.



Dal 2000, in base alla legge 248, tutti i testi che vengono pubblicati su internet sono automaticamente ricoperti dal diritto d'autore.
L'art. 6 della legge 633/41 stabilisce che ogni opera appartiene, moralmente ed economicamente, a chi l'ha creata
e pertanto nessuno potrà disporne (tanto a scopo di lucro, quanto per uso personale) senza l'esplicito consenso dello stesso autore.
I siti intenet formano oggetto del diritto d'autore (Artt. 2575 sg. c.c.) e come tali appartengono all'autore.
E' pertanto illegale (Legge 22 aprile 1941, n. 633 - Legge 18 agosto 2000, n. 248) copiare, riprodurre
(anche in altri formati o su supporti diversi), pubblicare parte di essi se non dietro esplicita autorizzazione di chi ne possiede i diritti.
La violazione di tali norme comporta sanzioni anche penali.